Ciuccio addio. 10 consigli per aiutare i bambini a smettere.

Insieme a orsacchiotti e copertine “di Linus”, l’atto della suzione, come abbiamo già accennato in un articolo precedente) è tra le cose che danno più conforto durante la prima infanzia. Sono tanti i bimbi sotto i 2 anni che hanno il “vizio” di succhiare il pollice, tra il 75% e il 95% secondo stime recenti. E tanti, quindi, sono i genitori che si trovano a dover affrontare il problema. L’abitudine di mettersi il dito in bocca, infatti, può molto spesso compromettere la salute orale; e lo stesso vale per un abuso del ciuccio, sebbene questo sia preferibile al pollice.
Non bisogna preoccuparsi troppo, ma nemmeno sottovalutare il problema. Le ossa dei bimbi sono particolarmente elastiche e la suzione del ciuccio (o ancor peggio del pollice) rischia seriamente di deformarle. Quindi, con l’aiuto del proprio dentista di fiducia, conviene aiutarlo a smettere.

Ecco qualche consiglio per cominciare col piede giusto:1. Non cominciare nemmeno se il bambino sta attraversando un periodo difficile, che sia in famiglia o a scuola, e rimandare a quando il piccolo sarà più tranquillo;
2. Assumere sempre un atteggiamento positivo ed evitare i modi bruschi che sono controproducenti;
3. Se è il dito che il bimbo predilige, sostituirlo al più presto con il ciuccio, sul quale i genitori hanno più controllo; (vedi anche nostro articolo “Ciuccio sì, ciuccio no?” – mettere link N.D.R.)
4. Proporre al piccolo attività alternative che gli tengano le mani occupate;
5. Se si sceglie di premiarlo per i suoi risultati, evitare di legare il premio al cibo o a giocattoli, ma ricompensarlo con tempo per lui o comunque con qualcosa di morale;
6. Commisurare il premio al risultato ottenuto;
7. I suoi progressi possono diventare un gioco se si segnano su un calendario con sticker colorati;
8. Non pretendere tutto e subito: il distacco sarà più facile se graduale;
9. Con certi bimbi può funzionare bene spiegare chiaramente cosa può succedere ai dentini se si succhia troppo il pollice o il cuccio;
10. Se, come è auspicabile, il bimbo ha un buon rapporto col proprio dentista, il messaggio lo si può far arrivare proprio da lui/lei, la cui autorevolezza talvolta riesce ad arrivare dove un genitore non sempre arriva.